Fu Ufo procacci a scoprire la tavola e la ritenne una libera copia della Madonna di Crevole di Duccio, proponendo di chiamare questo artista "Maestro di castelfiorentino". Svolgendo un suggerrimento del longhi il Bologna (1960) attribuisce la tavola a Duccio giovane, ma rileva che l'idea, specie nella figura del bambino, come nella violenza dei movimenti, non può essere che di Cimabue. AUtografa del maestro è invece senza dubbio per il Carli, il Volpi e il Bellosi.