Il Toesca, per primo, riconobbe il carattere arnolfiano della statua ipoti zzandone una provenienza dall'antica facciata del duomo. Successivamente la Becherucci propose di identificare la statua con la "Santa Reparata" citata tra le carte raccolte da Francesco Rondinelli nel 1587 e pubblicate dal Richa, che la cita sul portale centrale a fianco della Madonna e della statua di S. Zanobi.>>