Il dipinto viene ricordato dal Boschini che ne diede una suggestiva descrizione "Gerolamo Bressan qua no te lasso. Perché ti rafeguri in gran splendor Christo trasfigura', nostro Signor su il Tabor sacro e venerando sasso". Pervenne in Galleria dall'eredità del cardinale Leopoldo come opera di anonimo veneziano, in seguito inventariato con il nome di Tintoretto.>>