Dodici mesi d'Arte
Dodici capolavori presentati e descritti dal
soprintendente Cristina Acidini
La Villa Medicea di Poggio a Caiano, detta Ambra, è una delle ville medicee più celebri, che prese avvio per volere di Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico con il progetto di Giuliano da Sangallo verso il 1480. Alla morte di Lorenzo la villa era incompiuta: l’avrebbe ultimata suo figlio Giovanni, salito al trono papale col nome di Leone X nel 1513.
Un affascinante elemento architettonico e decorativo è il lungo fregio in bassorilievo, di terracotta invetriata all’uso robbiano, nei colori bianco e blu e verde con tocchi di verde, bruno-porpora e giallo, che fu posto nella trabeazione del frontone in facciata in una data che non conosciamo. Si crede che il progettista dei cinque pannelli fosse Bertoldo di Giovanni e l’esecutore Andrea Sansovino, scultori di grande statura – l’uno anziano, l’altro giovane - che avrebbero lavorato con Benedetto Buglioni, continuatore nella sua bottega della tecnica robbiana.
E’ possibile che il fregio, rimasto incompiuto per le morti di Bertoldo ( 1491) e di Lorenzo (1492), fosse ultimato e posto in opera sotto Leone X; tuttavia il soggetto corrisponde ai temi mitologico-filosofici cari a Lorenzo e alla sua cerchia di umanisti, suggerendo la datazione del progetto agli ultimi anni di vita del Magnifico. Ancora aperto alle più diverse interpretazioni, il fregio rappresenta personaggi tratti dalla mitologia greco-romana, che mettono in atto una complessa allegoria di stampo neo-platonico: la scelta del Bene o del Male da parte dell’anima umana, accompagnata dal suo daimon, ovvero genio o spirito-guida.
Nel mezzo esatto del pannello centrale domina Giano, il dio romano bifronte. Egli presiede qui all'apertura del proprio tempio, da cui, con spavento del sacerdote, esce Marte furioso per incitare alla guerra gli eserciti di diversi popoli fermi in attesa. Giano, dio delle porte (ianuae), dio del primo mese (Januarius), è figura di importanza cruciale nel fregio e cela numerosi rimandi a Lorenzo stesso, a partire dalla sua posizione del calendario in apertura dell’anno: il 1.o gennaio era il giorno natale di Lorenzo. Egli, “ago della bilancia” della politica fra i vari stati italiani, ebbe davvero il potere di aprire, e più ancora di chiudere, il tempio della guerra. Ed era affascinato dalle immagini ambigue e contraddittorie, così come dall’eterna oscillazione dell’uomo tra il Bene e il Male. Un tema che – in apertura d’anno, e non solo – tocca e coinvolge profondamente tutti noi.