Le miniature del Graduale di San Domenico
carta
: 67v
titolo
: Gloria di san Domenico con otto angeli; entro i clipei i Santi Barnaba, Pietro da Verona, Tommaso d’Aquino, beato Giovanni da Salerno e sant’Agostino; Incontro di san Francesco e san Domenico
autore
: Beato Angelico
tecnica
: tempera e pennello
Il corpo della lettera è di un tenue colore celeste tendente al grigio. Nel margine superiore della carta, delimitato da una cornice fogliacea, è la figura di san Domenico entro la mandorla dorata portato in gloria da otto angeli musicanti – numero simbolo della beatitudine poiché Cristo nel Vangelo annuncia otto beatitudini – le cui vesti sono delicatamente lumeggiate con tenui colori pastello. Il santo si erge sopra leggere nuvolette e il suo corpo emana raggi dorati, mentre sorregge con una mano il libro aperto e nell’altra il giglio, simbolo di castità. Dalle estremità dell’iniziale I fuoriescono racemi vegetali che incorniciano sei clipei entro i quali sono le figure di santi particolarmente venerati dall’Ordine che su di essi ne fonda le basi teologiche: sant’Agostino (Muzzioli 1953), san Barnaba, san Pietro da Verona, san Tommaso d’Aquino e il beato Giovanni da Salerno; nel tondo del margine inferiore è rappresentato san Francesco che abbraccia san Domenico: i due fondatori degli Ordini dei predicanti, infatti, si incontrarono a Roma nel 1206, giunti per far approvare il loro rispettivo Ordine da papa Onorio III. La presenza del beato Giovanni da Salerno è giustificata dal fatto che egli fu il fondatore della chiesa di Santa Maria Novella, anch’essa appartenente all’Ordine domenicano, ma potrebbe essere anche il beato Raimondo da Capua, primo Maestro Generale promotore della riforma domenicana. Barnaba è, invece, il secondo santo a cui è dedicato San Domenico a Fiesole, a ricordo del fatto che nel 1418 il nobiluomo fiorentino Barnaba degli Agli lasciò scritto nel testamento che al convento di San Domenico sarebbero andati i fiorini necessari per completare la chiesa e il dormitorio; la figura nel tondo, però, da un punto di vista più strettamente teologico, potrebbe essere identificata anche con san Paolo, le cui Lettere sono state un punto di riferimento per la riforma dell’Ordine. L’incontro di san Francesco con san Domenico potrebbe essere un omaggio alla vicinanza spirituale dei due conventi di San Francesco e San Domenico, entrambi a Fiesole. Nella miniatura sono presenti anche gli attributi iconografici del cane e della stella: prima della nascita del santo, infatti, sua madre sognò un cane che teneva in bocca una torcia che sembrava incendiare il mondo: il sogno venne interpretato come la profezia di un bambino che avrebbe infiammato il mondo con la sua parola; la stella, invece, è simbolo della sapienza e attributo di san Domenico, poiché durante il suo battesimo comparve sulla sua testa una luce splendente.
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